Portogallo avrà un coro di sordi che si esibirà alla Giornata Mondiale della Gioventù
Un coro di sordi interpreterà la musica liturgica negli eventi centrali della Giornata Mondiale della Gioventù (GMG) di Lisbona 2023. Il progetto “Mãos que Cantam” è entrato a far parte del Coro della GMG Lisbona 2023, promuovendo l’integrazione e l’esibizione congiunta di udenti e non udenti in un coro.
Lo scorso fine settimana (28-29 gennaio) si sono svolte, presso il Rettorato dell’Università di Lisbona, le prove del Coro della GMG Lisbona 2023, che ha riunito in presenza circa 200 coristi provenienti da tutte le diocesi del Portogallo. La grande novità di queste prove è stata il debutto del coro “Mãos que Cantam” che si esibirà congiuntamente al coro degli udenti, interpretando nella Lingua portoghese dei segni (LGP) i canti liturgici che animeranno le principali cerimonie della Giornata.
Il coro “Mãos que Cantam”, composto da persone sorde, è nato con l’intento di permettere agli studenti non udenti di interpretare la musica non con la voce, ma utilizzando la Lingua portoghese dei segni. Il coro “Mãos que Cantam” è attualmente composto da 7 membri, tra cui un’interprete, Sofia Figueiredo, e il direttore Sérgio Peixoto, ma durante la settimana della GMG di Lisbona 2023 il coro potrà ingrandirsi fino a includere 15 persone.
António Cabral, uno dei membri del coro “Mãos que Cantam”, prova “grande soddisfazione” per questa sfida di esibirsi “davanti a tanti giovani” e si augura che “tutti possano vedere e conoscere le persone sorde” come “modelli di uguaglianza nella comunicazione, affinché, attraverso le Lingue dei segni, la scrittura e la lettura, tutti noi possiamo sentirci in comunione”.
Il progetto è nato nel 2010 per iniziativa di alcuni studenti del corso di laurea e del master in Lingua portoghese dei segni dell’Istituto di Scienze della Salute dell’Università Cattolica che avevano iniziato ad esibirsi insieme al coro di questa Università.
Per il direttore artistico del coro dell’Università Cattolica, il maestro Sérgio Peixoto, che ha subito appoggiato l’iniziativa, questo progetto dimostra che “non ci sono barriere” ed è la prova che “anche le persone non udenti possono fare musica”. Sérgio Peixoto afferma inoltre che si tratta di “un nuovo modo di comunicare” e di “trasmettere le emozioni dei gesti insieme alla musica”.
In risposta alla domanda su cosa significhi la musica per un sordo, Débora Carmo, membro del coro “Mãos que Cantam”, sottolinea che “la musica è universale” e che “la società ha bisogno di eliminare lo stigma che i sordi non possono fare musica”.
Anche Cláudia Dias sottolinea che “avere delle canzoni nella Lingua portoghese dei segni è un modo per capire che, di fatto, con la musica e attraverso la musica, possiamo interagire ed essere uguali agli altri”.
Oltre a dimostrare che, nell’ambito della responsabilità sociale, i non udenti possono far parte di un coro e persino esibirsi in diversi ambienti musicali, la Lingua dei segni, complementare al linguaggio musicale, esalta l’espressione dei sentimenti più profondi, rendendo così ogni performance uno spettacolo unico.
Durante le prove di questo fine settimana, il coro degli udenti ha inoltre imparato a interpretare nella LGP parte del repertorio che presenterà al Papa. La corista Patricia Carmo rivela che la sfida più grande nella preparazione di un repertorio così vasto nella Lingua portoghese dei segni è la preparazione: “Di solito ci prepariamo in anticipo […], stiamo facendo gli adattamenti, le trascrizioni nella Lingua portoghese dei segni, adattando i gesti, gesti belli, per migliorare l’estetica e farli risaltare nelle canzoni”.
In riferimento alla preparazione per la GMG Lisbona 2023, Patrícia Carmo sottolinea che “attualmente ha questo compito di insegnare a questi giovani udenti, di offrire loro un buon insegnamento, perché spesso non è facile insegnare alle persone udenti”.
Si tratta di un passo importante verso una GMG sempre più inclusiva.