L'omelia di Papa Francesco alla Messa di chiusura
Le parole dell'apostolo Pietro sul monte della Trasfigurazione sono le stesse che, dopo questi giorni intensi, vogliamo fare nostre: "Signore, è bello che siamo qui!" (Mt 17,4). È stato bello quello che abbiamo vissuto con Gesù, quello che abbiamo vissuto insieme e come abbiamo pregato. Ma dopo questi giorni, ci chiediamo: cosa porteremo con noi quando torneremo nella valle della vita quotidiana?
Dal Vangelo che abbiamo ascoltato, voglio rispondere a questa domanda con tre verbi: risplendere, ascoltare, non temere.
Brillante. Gesù fu trasfigurato e - dice il testo - "il suo volto brillò come il sole" (Mt 17,2). Aveva da poco annunciato la sua passione e morte in croce, infrangendo così l'immagine di un Messia potente e mondano e frustrando le aspettative dei discepoli. Ora, per aiutarli ad accettare il disegno d'amore di Dio, che raggiunge la gloria attraverso la via della croce, Gesù prende con sé tre di loro - Pietro, Giacomo e Giovanni - li conduce sulla cima di un monte e si trasfigura: il suo volto diventa radioso e le sue vesti limpide. Questo "bagno di luce" li prepara alla notte che dovranno attraversare.
Cari amici, anche oggi abbiamo bisogno di qualcosa di luminoso per affrontare le tenebre che ci assalgono nella vita, tante sconfitte quotidiane, per affrontarle con la luce della risurrezione di Gesù. Egli è la luce che non si spegne, la luce che brilla anche di notte. Vengono in mente le parole del sacerdote Esdra, che troviamo nella Sacra Scrittura e che anche noi possiamo ripetere dopo questi giorni trascorsi insieme: "Il nostro Dio ha voluto far brillare i nostri occhi" (Esd 9,8). Il nostro Dio illumina i nostri occhi, illumina i nostri cuori, illumina la nostra mente e la nostra volontà di fare qualcosa della nostra vita.
Ma vorrei anche dirvi una cosa: non diventiamo luminosi quando ci mettiamo sotto i riflettori, quando mostriamo un'immagine perfetta e ci sentiamo forti e vincenti. Ma brilliamo quando, accogliendo Gesù, impariamo ad amare come lui ha amato. Amare come Gesù: questo ci rende luminosi, questo ci porta a compiere atti d'amore. Non sbagliate, sarete luminosi il giorno in cui compirete atti d'amore. Se invece di compiere atti d'amore, ci guardiamo dentro, egoisticamente, la luce si spegne.
Il secondo verbo è ascoltare. Sul monte, una nube luminosa copre i discepoli e la voce del Padre indica che Gesù è il Figlio prediletto. Il comando del Padre è semplice e diretto: "Ascoltatelo" (Mt 17,5). Tutto è qui: tutto ciò che si deve fare nella vita cristiana è in questa parola: ascoltatelo. Ascoltate Gesù, ascoltate ciò che Gesù dice, prendete il Vangelo e leggete ciò che Gesù dice e il vostro cuore, perché egli ha per noi parole di vita eterna per tutti noi. Ci rivela che Dio è Padre e amore, ci insegna la via dell'amore. Ascoltate Gesù, perché anche se abbiamo la migliore delle volontà, seguiamo strade che sembrano d'amore, ma sono egoismi travestiti da amore. Ascoltate il Signore, perché ci indicherà la via dell'amore.
Risplendere, ascoltare e, infine, non temere. Sono le ultime parole che Gesù pronuncia sul monte per incoraggiare i discepoli spaventati: "Alzatevi e non abbiate paura" (Mt 17,7). Un'idea che si ripete spesso nei Vangeli: "Non abbiate paura". A voi, giovani, che avete grandi sogni ma siete spesso oscurati dalla paura di non vederli realizzati; a voi, giovani, che a volte pensate di non farcela; a voi, giovani, tentati in questo momento di perdervi d'animo, di pensare di essere inadeguati o di nascondere il vostro dolore mascherandolo con un sorriso; a voi giovani che volete cambiare il mondo e che lottate per la giustizia e la pace; a voi giovani che mettete il meglio del vostro impegno e della vostra immaginazione ma vi sentite non abbastanza; a voi giovani, di cui la Chiesa e il mondo hanno bisogno come la terra ha bisogno della pioggia; a voi giovani che siete il presente e il futuro. È proprio a voi, giovani, che Gesù dice: "Non abbiate paura".
Cari giovani, vorrei poter guardare ognuno di voi negli occhi e dire: non abbiate paura! Ma posso dirvi qualcosa di molto più bello: Gesù stesso ora vi guarda, lui che vi conosce e legge nel vostro intimo; guarda nel vostro cuore, conosce le vostre gioie e i vostri dolori, i vostri successi e le vostre sconfitte. E vi dice oggi, qui a Lisbona, in questa Giornata Mondiale della Gioventù: "Non temete! Non abbiate paura! Siate incoraggiati!".
A partir do Evangelho que ouvimos, quero responder a esta pergunta com três verbos: resplandecer, ouvir, não temer.